Giovanni Taulero. Discorso sull'Ascensione

3e sur l'Ascension. Sermons de Tauler, trad. Hugueny, Théry, Corin, "La vie spirituelle", Paris, 1927, t. I, 344-348.

Allorché l'amabile Cristo ebbe mangiato sul Monte degli Ulivi coi suoi diletti discepoli e li ebbe rimproverati perché erano stati tanto a lungo con lui ed erano ancora così duri a credere, dinanzi al loro sguardo salì in cielo. Figli, immaginate con quale struggente pena lo seguissero quei cuori che lo amavano così straordinariamente, perché là dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.

Per quest'amabile Ascensione Gesù vuole tirarsi dietro cuore, sensi, facoltà interiori ed esteriori dei suoi amici, affinché non soggiorniamo, non abitiamo più con piacere e soddisfazione in questo tempo, ma tutta la nostra vita sia in cielo: amore, intenzioni, soddisfazione e consolazione.

Come potrebbe essere diversamente? Le membra seguono il loro Capo che oggi è asceso e ci ha preceduto per preparare il posto a noi che lo seguiamo, in modo da poter dire con la sposa nel Libro dell'amore: Attirami dietro a te.

Chi può impedirci di seguire incessantemente il nostro amabile capo? Non ha detto proprio lui: Salgo al Padre mio e Padre vostro? La sua origine, la sua mèta, la sua felicità e la nostra felicità sono proprio una sola felicità in lui. Noi siamo scaturiti dalla medesima origine e con tutto ciò che siamo abbiamo la medesima mèta e torniamo alla medesima origine.

Cari figli, vediamo ora che Cristo ci ha preceduti nella felicità e se vogliamo seguirlo, dobbiamo pure osservare la strada che ci ha mostrato per trentatré anni nel disagio, nella povertà, in un'amarezza oltre ogni misura; e dobbiamo andare per la stessa via se vogliamo giungere con lui al di sopra di tutti i cieli.

Se tutti i maestri fossero morti e tutti i libri bruciati, troveremmo sempre nella sua santa vita sufficiente insegnamento perché lui stesso è la via e nessun altro. Seguiamolo con tutte le nostre forze e arriveremo noi pure all'amabile mèta dove ci ha ora preceduti.

Come la pietra calamitata attira il ferro, così l'amabile Cristo attira dietro a sé tutti i cuori che sono stati toccati da lui. Quando il ferro è toccato dalla forza della pietra calamitata, si solleva sopra la sua qualità naturale, e sale in alto dietro la pietra, benché non sia sua natura; non trova riposo in se stesso finché non sale al di sopra di sé.

Figli, è proprio così: tutti i fondi, toccati dalla calamita che è Cristo, non possono più essere trattenuti da gioia o dolore che sia. Si innalzano sopra se stessi fino a lui. Dimenticano la propria natura e lo seguono. E lo seguono con tanta maggior purezza, verità e disponibilità, quanto più nobilmente sono stati toccati da lui.

Esaminiamoci con cura per vedere se siamo stati toccati da Dio oppure no. Quelli che non lo sono stati, cominciano spesso in maniera molto bella, tanto che si presumono grandi cose; ma ancor prima che si pensi ciò, non ne viene fuori nulla, costoro vanno a fondo molto rapidamente e ripiombano nelle loro vecchie abitudini e nei piaceri naturali.

Figli, se Dio non ci tocca, non diamo la colpa a lui, come spesso dice la gente: "Dio non mi ha toccato né mi spinge come altri". Dio tocca, spinge, avverte e desidera ugualmente tutti gli uomini e li vuole tutti allo stesso modo.

Ma la sua mozione, i suoi avvertimenti e i suoi doni sono ricevuti e accolti diversamente. Presso molti uomini, quando Dio viene con i suoi tocchi e i suoi doni, trova il posto occupato, trova altri ospiti e deve tornare indietro senza poter entrare. Noi amiamo e abbiamo di mira altro; perciò i suoi doni, che egli offre incessantemente a ogni uomo, devono restare fuori. Questa è la causa del nostro danno eterno e del nostro arresto; siamo noi tale causa e non Dio. Ci procuriamo e abbiamo tante vane occupazioni da non badare a noi stessi né a Dio, e ci arrechiamo un danno indescrivibile.

Possiamo ovviare a questo soltanto con uno zelo pronto e coraggioso e una preghiera sincera, interiore e costante. Così, e non diversamente, otterremo di non restare indietro e ci sarà data ancora un'amabile fiducia nella sconfinata misericordia di Dio, in cui consiste tutto, e una fervente, fedele e immediata adesione a lui.

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